Dark Folk Fest, 25 Maggio 2008, Estragon, Bologna
È comparso un nuovo evento per i fan del folk rock e metal: il Dark Folk Fest organizzato da Bologna Rock City per il 25 Maggio 2008. La prima edizione di questo festival, nato come “fratello” folk del più famoso Dark Fest di stampo gotico della stessa organizzazione, ha visto i Saltatio Mortis come headliner e poi, scendendo nella lineup, Faun, Dornenreich e Yggdrasill.
Ma, prima del report del concerto, non si può non accennare all’encomiabile tentativo di creare un piccolo mercato medievale davanti all’Estragon. Tra un bicchiere di idromele e una pinta di birra artigianale, il pubblico ha potuto curiosare tra stand di armi medievali e venditori di mantelli elfici, ed assistere a duelli tra cavalieri in cotte di maglie o ragazzi della scuola di scherma medievale.
Purtroppo un simile sforzo dell’organizzazione non è stato sufficiente a richiamare attenzione sull’evento: all’inizio del concerto si potevano contare circa 150 presenze scarse in un Estragon semivuoto. Eppure i pochi presenti hanno mostrato di apprezzare le band, a cominciare dai bolognesi Yggdrasil. Da non confondere con l’omonima band viking dalla Svezia, il quartetto si ispira chiaramente al neofolk e al neoclassical darkwave. Con due chitarre acustiche e due voci, una maschile e una femminile, gli Yggdrasill producono un buon set, anche se troppo uniforme, per cui manca una canzone di spicco.
Ecco poi la sorpresa della serata: i Dornenreich in versione acustica. Lo storico duo austriaco di melodic black metal porta in scena l’ultimo album, “In Luft Geritzt”, che vede Eviga e Inve impegnati in complessi duetti di chitarra acustica e violino. Se il loro ultimo lavoro aveva suscitato qualche perplessità anche nei fan più accaniti, ogni dubbio scompare d’incanto appena i Dornenreich attaccano la prima canzone “Drang”: la dimensione live aggiunge emozione e forza alle canzoni dando spessore a tracce che nell’album sembravano piatte e ripetitive. Propongono anche la storica “Der Hexe Nächtlich' Ritt” dall’album “Hexenwind” riletta in chiave acustica: un buon esperimento, ma la canzone mantiene più fascino nella sua versione originale.
È quindi il turno dei Faun, che si riveleranno i più attesi della serata. Provenienti dall’ambiente neofolk tedesco, i Faun si caratterizzano per la prominenza del cantato corale affidato al biondo Oliver, che si occupa anche del bouzoki e della nyckelharpa (specie ghironda scandinava), e a Sandra e Fiona, che suonano rispettivamente il violino e la cornamusa; completano il gruppo Rüdiger alle percussioni e Niel alle basi elettroniche su un PC. Il quintetto sorprende per l’intensità con cui riesce a rendere i pezzi; un’esperienza decisamente diversa da quella dei dischi, dove la raffinatissima musica non è così immediata.
Per il concerto degli headliner, i Saltatio Mortis, rimandiamo alla recensione completa nel post precedente. Cosa dire in due righe se non che finalmente i muri dell’Estragon hanno vibrato e il pavimento ha tremato sotto i piedi, sotto i colpi dall’avanzata del rock medievale dei tedeschi?
Festival pienamente promosso, dunque.
Eppure l’invasione teutonica sembra essere passata sotto silenzio sui media, internet in primis: un pugno di segnalazioni non sono sufficienti per attrarre spettatori. Aggiungiamo poi la totale mancanza di manifesti e volantini a Bologna (almeno per quanto riguarda il centro storico) e nelle altre città italiane e la ragione delle scarse presenze diventa evidente. Un evento del genere avrebbe dovuto attrarre un pubblico maggiore, considerando il periodo d’oro che il folk, in particolare nella sua variante metal, sta vivendo. Forse però la spiegazione è più complessa e lascia spazio a uno scenario più desolante: il pubblico italiano non è pronto per questi generi “ibridi”, per queste band non classificabili nelle solite categorie. Facile allora snobbare un festival che raccoglie musica così atipica come quella presente al Dark Folk Fest (vedi anche gli In Extremo annunciati e poi cancellati al GOM), per poi lamentarsi, ovviamente, che “le band folk non suonano mai in Italia”. Questa volta però il folk rock e metal c’era e a prezzi più che ragionevoli; speriamo che quest’esperienza dalla scarsa affluenza non sia vista come una totale sconfitta e nuovi concerti di questo tipo si affaccino nel panorama musicale italiano.
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