martedì 24 giugno 2008

Bruce Springsteen @ San Siro, Milano, 2008 – Take 1#

Forse qualche residente del quartiere San Siro, rientrando a casa dal lavoro, si stropiccerà gli occhi affaticati dalla prima calura estiva, meravigliandosi alla vista di uno sparuto gruppetto di gente radunato davanti ai cancelli dello stadio. Questo milanese medio getterà un’occhiata di sfuggita all’orologio della propria automobile: che abbia perso un giorno? Convinto com’è che quel giorno al Meazza non ci debba essere alcun evento, si arrovella un attimo sull’apparente contraddizione prima dell’improvvisa illuminazione:

“Quel cantautore americano ….. Springsteen……. suona domani. Vuoi vedere che quei pazzi sono già là per lui?”

Il nostro professionista legge, dopotutto, i quotidiani: molti hanno dedicato qualche riga o qualche pagina, virtuale o cartacea, al Boss e al suo terzo concerto a San Siro. Il Corsera ha ripescato addirittura gli articoli e le foto dei memorabili show del 1985, esordio del Boss nello stivale, e del 2003, suo trionfale ritorno sotto un violento acquazzone.

“Ah, questi giovani” sospira l’ignoto residente, tra il divertito e l’infastidito, mentre preme sull’acceleratore, ansioso di trovare un posteggio libero che gli permetta di sfuggire all’infernale traffico di Milano; sarebbe molto sorpreso se gli venisse detto che i giovani, i ventenni, saranno in minoranza quella notte. Infatti le sofferte nottate per guadagnare una prima fila non sono proprio per i neofiti, cioè gli under 20: la maggioranza è composta da trentenni, seguiti da un buon numero di quarantenni. Non manca nemmeno l’occasionale cinquantenne, al suo n-esimo concerto, indifferente all’invidia che suscita con i suoi minuziosi racconti della sua vita passata alle calcagna del Boss.

Di certo questo stanco lavoratore, che, appena varcata la soglia dell’appartamento, è stato accolto dall’abituale litigio tra la figlia in piena ribellione adolescenziale e la madre preoccupata, non immagina che, una volta dentro allo stadio, quegli attempati spettatori si scatenano molto di più della sua adolescente al concerto di Madonna. Per avere il magico braccialetto, il pass per il pit (la zona sotto al palco, ndr) ogni mezzo è lecito: altro che “Peace, Love & Understanding”! E, raggiunta questa zona per gli eletti, non ci si ferma finché non si tocca la transenna. A Bruce non sembra importare: lui adora lo sfrenato pubblico italiano. I fan stranieri, venuti in Italia spinti dalle leggende degli indimenticabili show italiani del Boss, sono un po’ meno contenti e inorridiscono quando l’esuberanza sfocia nella maleducazione e nella prepotenza.

Intanto, nell’appartamento milanese, mentre la ragazzina e il suo pestifero fratello si contendono il telecomando della TV ultrapiatta, i loro genitori si trovano a discutere, come avviene ogni volta che il Meazza viene preso d’assalto per partite o concerti, se non è il caso di trovare un’altra casa.

“Guarda che stavolta le auto dei non residenti non entrano nel quartiere” dice lui fiducioso.

“Macché” ribatte lei acida “secondo te, quelli là davanti allo stadio dove hanno lasciate le macchine? E domani, chi gliele fa spostare più?”

Incredibile, ma anche davanti ai cancelli si parla di posteggi: dove portare le macchine quando scatta l’ora X, alle 13, chi rimane in fila, quanto sono distanti i parcheggi….. un vero e proprio piano di battaglia. Poi ci si prepara per la notte: non che si dorma molto in realtà, tra il rumore del traffico, il chiacchiericcio e il duro asfalto. Fastidi da niente, per i seguaci del Boss: ogni singolo minuto di attesa sarà pienamente ripagato dalle quasi tre ore di concerto.

“Semel in anno licet insanire” dicevano i latini: per i fan(atici) di Springsteen però non avviene a Carnevale.

P.S. Per chi non l'avesse capito questo pezzo è ironico e soprattutto autoironico

Nessun commento: