martedì 24 giugno 2008

Bruce Springsteen @ San Siro, Milano, 2008 – Take 2#

Lo sparuto gruppetto a cui si accennava nel post sottostante assume in realtà proporzioni variabili. Il motivo ? Non mere questioni fisiologiche: è tutto merito (o colpa) della Lista. La Lista è un mezzo per portare una parvenza di ordine nel caos dell’attesa, un modello per combattere la naturale entropia del sistema-concerto. Questa strabiliante invenzione è da attribuire ai fan di Springsteen, ma è stata applicata, con diverso successo, anche da spettatori di altri artisti.

Straordinaria nella sua semplicità, essa consiste nel segnare su un apposito foglio l’ordine di arrivo dei fan alla venue. Una volta ufficialmente iscritti, è sufficiente presentarsi agli appelli che avvengono ogni due o tre ore.
Qualcuno potrebbe sorridere: un metodo così astruso per non stare in fila qualche ora! E’ però più che logico se si considera che i fan del boss si accampano davanti ai cancelli anche un giorno prima del concerto e in alcuni casi, che sfiorano il patologico, anche con quattro o cinque giorni di anticipo.

Come tutte le creazioni della mente umana, la Lista non è infallibile. Infatti il capolista chiude speso un occhio se i suoi amici saltano un appello. Inoltre se c’è più di un’entrata, si presenta invariabilmente il problema di come ripartire i fan in modo equo: le contestazioni sono sempre in agguato.

Forse il vero merito della Lista è di rimandare la furiosa battaglia per la prima fila al fatidico momento dell’apertura dei cancelli. Infatti in quei 100 metri corsi con il cuore in gola e sulle spalle i litri di acqua che la polizia non è riuscita a sequestrare può accadere di tutto. Non è raro ritrovarsi alla fine più avanti o indietro di quanto dovuto. A quel punto però è inutile recriminare:la Lista è la legge solo fuori dai cancelli.


P.S. Per queste righe vale lo stesso disclaimer delle precedenti: non prendetele troppo sul serio

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